Come prontamente ci ricorda Wikipedia, Il complemento (dal latino complementum, da complēre, “riempire”, “completare”) è un termine della grammatica tradizionale. Indica un elemento della frase (una parola o un gruppo di parole) che ha la funzione di completare, arricchire o specificare il significato, e quindi l’informazione, del predicato verbale.
Essi si aggiungono alla struttura basilare della frase (composta da soggetto e predicato) e rispondono a una domanda ben precisa che permette di riconoscerli, chiarendo di fronte a quale complemento ci troviamo. I complementi nella grammatica italiana sono davvero numerosi, di conseguenza studiarli e acquisirne padronanza non è cosa da poco.
La prima grande distinzione da precisare quando parliamo di complementi riguarda i complementi diretti e i complementi indiretti. La principale differenza tra i due gruppi è che i complementi diretti si legano direttamente al verbo, ovvero senza l’ausilio di una preposizione, mentre quelli indiretti si legano indirettamente al verbo, ovvero per mezzo di una preposizione.
I complementi diretti
Al gruppo dei complementi diretti appartengono:
- Il complemento oggetto
- Il complemento predicativo dell’oggetto
- Il complemento predicativo del soggetto
Il complemento oggetto risponde alla domanda Chi? Che cosa? e completa il predicato verbale indicando l’oggetto dell’azione. Per esempio: Ieri abbiamo ordinato (Che cosa?) la pizza.
Il complemento predicativo dell’oggetto è un nome o un aggettivo che, completando il significato del verbo, si riferisce all’oggetto. Per esempio: I miei genitori considerano Celine Dion una grande cantante. Proviamo ad analizzare la frase: I miei genitori svolge la funzione di soggetto; considerano è il predicato verbale; Celine Dion (risponde alla domanda “Chi?”) è il complemento oggetto; una grande cantante completa il significato del verbo e si riferisce all’oggetto, quindi svolge la funzione di complemento predicativo dell’oggetto.
Il complemento predicativo del soggetto svolge la stessa funzione del complemento precedente, ma questa volta si riferisce al soggetto. Per esempio: Celine Dion è considerata una grande cantante. Procedendo all’analisi, possiamo identificare Celine Dion come il soggetto della frase, è considerata come il predicato verbale e una grande cantante come il complemento predicativo del soggetto poiché completa il significato del verbo e si riferisce appunto al soggetto.
I complementi indiretti
I complementi indiretti sono numerosi. Di seguito citeremo solo quelli principali e maggiormente utilizzati. Il trucco per imparare a distinguerli e non confonderli tra di loro è memorizzare le domande a cui ciascuno di essi risponde.
- Complemento di specificazione: indica il possesso, attribuisce una qualità o specifica un argomento e risponde alla domanda Di chi? Di che cosa?
Per esempio: La borsa di Elena è rossa.
- Complemento di termine: è introdotto da un verbo transitivo e indica il termine (persona o cosa) su cui ricadono gli effetti dell’azione indicata dal verbo; risponde alla domanda A chi? A che cosa?
Per esempio: Ho regalato il videogioco a Luca.
- Complemento di causa: indica la causa che determina l’azione e risponde alla domanda Perché? Per quale motivo?
Per esempio: Per un ritardo del pullman, Luca è arrivato in ritardo.
- Complemento di fine o scopo: Indica lo scopo dell’azione effettuata dal soggetto e risponde alla domanda Perché? Per quale scopo?
Per esempio: Marco si è impegnato molto per il progetto.
- Complemento di mezzo: indica il mezzo o lo strumento con cui si compie l’azione e risponde alla domanda Per mezzo di chi/di che cosa?
Per esempio: Laura va al lavoro con la macchina.
- Complemento d’agente o di causa efficiente: Indica da chi è stata commessa l’azione e risponde alla domanda Da chi? Da che cosa? Di solito è presente in proposizioni con verbi passivi.
Per esempio: Noemi è stata accompagnata dalla sorella.
- Complemento di moto a luogo: indica la destinazione, il luogo verso il quale il soggetto dell’azione si muove e risponde alla domanda Verso dove?
Per esempio: Vado a Milano.
- Complemento di moto da luogo: Indica il luogo da dove è partita l’azione espressa dal predicato e risponde alla domanda Da dove?
Per esempio: Filippo tornava dal bar.
- Complemento di stato in luogo: indica il luogo in cui un’azione viene collocata o il luogo in cui il soggetto della frase si trova e risponde alla domanda Dove?
Per esempio: Mio fratello vive a Roma.
- Complemento di tempo determinato: Indica il momento presente o futuro in cui si compie l’azione e risponde alla domanda Quando? In quale momento?
Per esempio: Sono uscito dall’ufficio alle 17.00.
- Complemento di tempo continuato: Indica il periodo di tempo in cui l’azione passata, presente o futura si svolge e risponde alla domanda Quando? Per quanto tempo?
Per esempio: Abbiamo passeggiato per ore.
- Complemento di modo: indica una modalità, una maniera specifica, in cui si svolge un’azione e risponde alla domanda Come? In che modo?
Per esempio: Martina ha reagito alla notizia con stupore.
Ed eccoci giunti alla fine del blog di oggi. Sono un po’ più chiare le idee ora? Se avete dubbi e/o suggerimenti, non esitate a contattarci!
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